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E-commerce e back to school: affidarsi al Cloud per aumentare le vendite

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Carla

Carla

Business Development & Enablement

Il back to school è un’opportunità in crescita anche per gli e-commerce italiani, come emerso dalle recenti ricerche di settore.  La stagione della riapertura delle scuole è una delle stagioni di vendita più importanti dell’anno, la seconda negli Stati Uniti dopo il periodo natalizio (report 2018 della National Retail Federation).

Il back to school, che inizia a luglio per concludersi a settembre inoltrato, è un periodo di intense campagne promozionali ed offerte: materiale per la scuola, libri, zaini, astucci, ma anche abbigliamento e scarpe per bambini e ragazzi.
Non solo materiale scolastico, anche prodotti digitali tra cui computer e dispositivi elettronici sono interessati dalle campagne promozionali, grazie all’utilizzo sempre maggiore ne viene fatto nei programmi scolastici.
Le famiglie si preparano e sempre più genitori ricorrono agli acquisti online.

Ritorno a scuola sempre più digitale, anche in Italia

In questo stesso periodo lo scorso anno, DoveConviene, piattaforma di informazione su base geolocalizzata relativa a prodotti, offerte e informazioni sui punti vendita, lanciava un sondaggio.
La survey [1], analizzando come come le famiglie affrontano le spese del back to school, ha rivelato che il 78% dei genitori ha confrontato prezzi e ricercato online sconti o offerte speciali dal cellulare e che, di questi, il 28% si è affidato all’e-commerce per fare acquisti.

La tendenza riguarda anche i libri di testo adottati nei programmi scolastici.
Secondo una ricerca di Skuola.net infatti, una famiglia su 3 – il 34% – compra online i testi scolastici nuovi (l’usato predilige altri canali), affidandosi soprattutto ai siti specializzati.
Mi sembra interessante citare anche il dato della ricerca di Deloitte “Deloitte’s 2018 back-to-school survey” riferita agli Stati Uniti, che evidenzia che il 23% di acquisti per il back to school avviene online.

E-commerce: perché l’infrastruttura è strategica

Il rientro a scuola è un’opportunità in crescita per gli store online anche in Italia.
I retailer non possono farsi cogliere impreparati: devono essere in grado di affrontare le richieste e gli aumenti di traffico verso i loro siti senza interruzioni garantendo agli utenti un’esperienza di navigazione e acquisto soddisfacente.
Le caratteristiche e le prestazioni dell’infrastruttura, velocità e stabilità sono fattori chiave determinanti del successo degli store online.
La stretta correlazione tra questi indicatori e i risultati degli e-commerce in termini di customer experience, conversion rate, fatturato e ritorno di immagine, è stata oggetto di numerosi studi e ricerche ed è ormai un dato consolidato.
Secondo Jupiter Research di fronte ad una interruzione di servizio, il 9% dei clienti online abbandona il sito in modo permanente e il 48% degli utenti si rivolge al sito di un competitor.
Secondo Forrester Research le performance di un sito influenzano direttamente le abitudini di acquisto future: il 58% degli utenti decide di tornare a visitare un sito e-commerce se ha avuto un’esperienza positiva in termini di velocità.

99.99% uptime

Un picco di traffico non gestito a causa di un’infrastruttura non adeguata può causare downtime (tempo di fermo, in cui il sito è offline) dispendiosi sia in termini di perdita di ordini e quindi di fatturato che di costi da sostenere per ripristinare il servizio.

Se un sito fattura 100.000 euro al giorno, ogni secondo di downtime corrisponde ad una perdita di 1,15 euro, ovvero 69 euro al minuto.
Si tratta di una stima grezza, in cui non stiamo considerando il costo del downtime nel suo complesso, che comprende non solo i costi tangibili ma anche l’impatto sul business in termini di produttività, aspetti legali, reputazione del brand e penalizzazione a livello di SEO.

L’analisi dei costi e del calcolo del downtime di un sito o piattaforma web sarà oggetto di un successivo articolo che prenderà in esame la letteratura più recente sull’argomento e le testimonianze delle aziende che hanno fronteggiato downtime importanti.
Secondo gli studi di Aberdeen Research Group, il dato medio di uptime delle piattaforme web è 97.8%. Significa che in un anno un sito e-commerce resta offline per il 2,2% del tempo, ovvero per circa 8 giorni. Ipotizzando che il sito generi 10.000 € al giorno, si parla di una perdita di € 80.000 in un anno.

Velocità

Il sito e-commerce non solo deve essere sempre raggiungibile, deve essere anche veloce.
Il parametro che consideriamo qui è il Page Load Time che indica il tempo necessario per scaricare e visualizzare il contenuto di una pagina Web nel browser (misurato in secondi).
Le ricerche più recenti hanno dimostrato che la frustrazione dell’utente insorge quando il load time supera i 2 secondi, dato che prima del 2010 era di 8 secondi.
Lo stesso studio di Aberdeen Research Group ha rivelato che 1 secondo di ritardo nella visualizzazione di una pagine porta ad una riduzione del 7% del conversion rate, come mostra la figura sotto.

Per un e-commerce che fattura € 100.000/giorno, le perdite dovute ad un secondo di ritardo possono arrivare a € 2.5 milioni in un anno.

L’impatto del Page Load time sulla customer experience di un sito e-commerce è dirompente come dimostra l’infografica riportata qui: https://neilpatel.com/blog/loading-time/

Più la pagina è lenta, più aumenta il bounce rate, ovvero la percentuale di abbandono, come evidenzia questa recente ricerca di Google.

La velocità di caricamento delle pagine del sito influisce inoltre sul posizionamento sui motori di ricerca (SERP: pagina dei risultati del motore di ricerca) sia nella versione desktop che mobile del sito e-commerce.
Si veda in proposito l’inserimento da parte di Google del parametro di Speed Page come fattore di ranking per le ricerche dai dispositivi mobili.

Per riassumere, la velocità di un sito e-commerce è importante perché influenza il comportamento dei visitatori che:

  • visitano più pagine del sito e quindi più prodotti con un aumento dello “shopping time”;
  • grazie ad un’esperienza lineare e soddisfacente tornano più frequentemente sul sito;
  • sono più propensi ad acquistare.

E-commerce: come migliorare le vendite

Da quanto detto sino a qui risulta evidente quanto sia importante avere un sito e-commerce vicino allo zero downtime e veloce.
Sappiamo che questi parametri dipendono dall’infrastruttura che ospita il sito e dalla sua ottimizzazione, oltre che naturalmente dalla capacità di banda, dalle applicazioni presenti e dagli elementi ultimi che compongono le pagine.
Senza dimenticare la posizione geografica dell’utente, il browser e il tipo dispositivo usato che possono influenzare l’esperienza del sito e-commerce da parte dell’utente.

Flowing supporta i brand e i retailer nella scelta dell’infrastruttura più adatta e performante per i loro e-commerce per aiutarli a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Il team di Flowing è composto di cloud architect e specialisti di soluzioni verticali per gli e-commerce in grado di supportare i merchant nel periodo del back to school per aiutarli a cogliere le grandi opportunità di vendita di questo periodo dell’anno.
Adottare un’infrastruttura in Cloud per ospitare il proprio store online permette di dedicarsi alle vendite dei prodotti senza preoccupazioni circa l’affidabilità e la continuità del servizio.
Prepararsi al meglio a periodi di traffico elevato come il back to school significa scegliere il partner giusto nel panorama dei fornitori di servizi Cloud.
Flowing integra e gestisce infrastrutture Cloud basate sui servizi di Amazon Web Service, il principale provider di servizi Cloud per garantire ai clienti la massima affidabilità, scalabilità e flessibilità delle infrastrutture.

Sempre online, zero downtime

Il concetto di zero downtime (massima affidabilità e riduzioni di servizio pari a zero) è mandatorio per il sito e-commerce.
Quali sono le caratteristiche del Cloud che permettono di ottenere questo risultato in termini di uptime?

Affrontare picchi di traffico e aumenti improvvisi del numero di richieste senza andare incontro ad un crash del servizio è possibile grazie all’elasticità e scalabilità dei sistemi Cloud.
L’elasticità è la capacità del cloud computing di rendere disponibili le risorse dell’infrastruttura di un e-commerce risorse in modo elastico, in base alle esigenze contingenti, scalando in maniera automatica, per poi dismetterle quando non sono più necessarie
Esempi di risorse includono conservazione e elaborazione di dati, memoria e larghezza di banda che possono essere distribuite, come i carichi di lavoro, su sistemi diversi garantendo sempre tempi di risposta ottimali.
Con il Cloud di Amazon Web Services lo store online può raggiungere un’uptime del 99,9%, significa che su 365 giorni, il servizio sarà attivo quasi totalmente, nel peggiore dei casi potremo avere un downtime inferiore ad un’ora.

Sito veloce, utenti felici

Le stesse caratteristiche del cloud computing descritte sopra determinano anche la velocità delle infrastrutture Cloud nell’erogare applicazioni e servizi agli utenti.
Inoltre la presenza di una CDN (Content Delivery Network) può accelerare di molto la velocità di caricamento del sito e-commerce, in base al tipo di contenuti e di applicazioni.
Amazon CloudFront è la rete per la distribuzione di contenuti globale ottimizzata per offrire bassa latenza e velocità di trasferimento dati elevate. Permette agli e-commerce di rispondere in tempi brevissimi alle richieste degli utenti facendo in modo che il caricamento della vostra pagina sia molto più veloce.

L’approccio di Flowing, in qualità di Amazon Consulting Partner, è basato sulla definizione e sul monitoraggio dei KPI relativi alle prestazioni dell’infrastruttura del sito e-commerce per garantire un’ottimizzazione costante dei costi ed il raggiungimento degli obiettivi di business prefissati.

Per conoscere meglio i case su cui abbiamo lavorato e scoprire come possiamo aiutarti non ti resta che contattarci!


[1] Alla survey hanno partecipato oltre 12.000 maggiorenni, distribuiti in tutta Italia: Nord (44%), Sud (33%) e Centro (23%). Il campione è rappresentato in prevalenza da utenti donne (62%) rispetto agli uomini (38%) e ha coinvolto principalmente la fascia 32-40 (35%) e la fascia 41-60 (28%), seguita dalla fascia 26-31 (22%).